lunedì 13 dicembre 2010

Vettori e le loro operazioni:


In fisica, un vettore è un elemento geometrico rappresentato da un segmento orientato, munito cioè di una freccia in una delle sue estremità, e caratterizzato da quattro elementi:
File:Vettore definizione.jpg
  • modulo: rappresenta la lunghezza del vettore;
  • direzione: è individuata dal fascio di rette parallele alla retta su cui giace il vettore;
  • verso: il verso è descritto dalla punta del vettore stesso, rappresentato da un segmento orientato;
  • punto di applicazione: il punto antecedente a tutti gli altri, ossia il punto iniziale.
  • "unità di misura": legata al modulo anche nelle grandezze scalari
Secondo questa definizione, un vettore geometrico non dipende dalla scelta del sistema di coordinate.
Componenti di un vettore:
rappresentazione grafica scomposizione di un vettore
Scomporre un vettore significa esprimerlo come combinazione lineare (valgono le proprietà della somma e del prodotto per uno scalare viste in precedenza) di altri vettori. Nel piano, dati due vettori non paralleli, un vettore può essere scomposto mediante somma di due vettori paralleli ai due dati, come mostrato in figura; nel caso di vettori nello spazio, la scomposizione avviene in modo del tutto analogo, con l'unica differenza che il vettore viene ora scomposto in tre altri vettori.
In generale, data una base di vettori, un qualsiasi vettore può essere espresso come combinazione lineare degli elementi della base:
\mathbf{u} = \alpha_1\mathbf{u}_1 + \alpha_2\mathbf{u}_2 + \ldots + \alpha_n\mathbf{u}_n
dove, in questo caso, gli αi rappresentano le componenti.
La scomposizione di vettori è una procedura molto utilizzata in fisica, in particolare in statica per scomporre le forze lungo direzioni particolari (ad esempio parallele e perpendicolari a determinati vincoli).

Operazioni con i vettori:
La somma di due vettori a e b è definita come il vettore a + b, diagonale del parallelogramma formato dai vettori a e b.
La somma gode delle seguenti proprietà:
  • a + b è ancora un vettore (cioè "+" è legge di composizione interna);
  • (a + b)+ c = a + (bc) (proprietà associativa);
  • esiste l' elemento neutro rispetto alla somma; il vettore zero0 è un segmento degenere di lunghezza zero, cioè un punto;
  • esiste l' elemento opposto rispetto alla somma, cioè un vettore -a che sommato a a da il vettore zero; - a è un vettore che ha lo stesso modulo, punto di applicazione e direzione di a, ma verso opposto;
  • a + b = b + a (proprietà commutativa).
La definizione di opposto di un vettore permette di definire la differenza tra due vettori a - b come somma di a con l'opposto di b.
Moltiplicazione scalare:
File:Scalar multiplication of vectors.svgIl prodotto di un vettore a per uno scalare k è un vettore che ha la stessa direzione di a, verso positivo se k è positivo e negativo se k è negativo ma modulo uguale a |k||a|. Se |k|>1 il vettore viene dilatato, se |k|<1 il vettore viene contratto.
Il prodotto per uno scalare gode delle seguenti proprietà:
(siano mn scalari e a, b vettori)
  • n a è ancora un vettore (cioè il prodotto per uno scalare è legge di composizione interna);
  • (n m)a = n(m a) (proprietà associativa);
  • esiste l' elemento neutro rispetto al prodotto ed è l'elemento 1;
  • (n + m)a = n a + m a (proprietà distributiva rispetto alla somma di numeri);
  • n (a+b) = n a + n b (proprietà distributiva rispetto alla somma di vettori).
L'insieme dei vettori gode dunque di tutte le proprietà di spazio vettoriale
Prodotto scalare:
Il prodotto scalare tra due vettori u e v è uno scalare, definito nel modo seguente (si veda la figura sotto)
\mathbf {u} \cdot \mathbf {v} := u v\cos\theta
ove θ è l'angolo formato dai due vettori.
File:Prodotto scalare.pngIl prodotto scalare non è una legge di composizione interna, perché associa a due vettori uno scalare. Non ha quindi senso parlare di associatività, di elemento neutro, oppure di elemento opposto; il prodotto scalare risulta invece commutativo , ovvero
\mathbf{u} \cdot \mathbf{v}=\mathbf {v} \cdot \mathbf {u}.
Il prodotto scalare è nullo se almeno uno dei due vettori è il vettore nullo, oppure se essi sono tra loro perpendicolari.
Prodotto vettoriale:

Si dice prodotto vettoriale dei vettori v e u il vettore libero w avente:
  • la direzione della retta perpendicolare al piano individuato da v e u
  • il verso quello di una persona che percorre l'angolo θ tra v e u in senso antiorario. Per il verso si utilizza anche la regola della mano destra; disponendo pollice, indice e medio perpendicolari tra loro, se il pollice indica la direzione di v e l'indice la direzione di u, allora il medio indica la direzione di w (si veda la figura qui sopra). In maniera equivalente si può affermare che il verso di wè tale che la terna (v,u,w) sia una terna levogira.
  • il modulo di w è definito dalla formula:
File:Prodotto vettoriale.png|\mathbf{v}\times\mathbf{u}| := vu\sin\theta
Il prodotto vettoriale gode delle seguenti proprietà:
  • proprietà distributiva rispetto alla somma: (a + b) × c = a × c + b × c
  • è anticommutativo: v × u = - u × v
  • è nullo se almeno uno dei due vettori è il vettore nullo, oppure se i vettori sono tra loro paralleli.
  • Proprietà associativa rispetto ad uno scalare "λ" : u × (λv) = λ(u × v) = (λu) × (v)
  • a × (b × c) = b(a · c) - c(a · b)
  • soddisfa l'identità ciclica di Jacobi
Prodotto misto:

Un prodotto misto è un'espressione in cui compaiono contemporaneamente prodotti scalari e vettoriali di vettori. Ad esempio, il prodotto misto di tre vettori abc è del tipo (a × b) · c ed è uno scalare. Il valore assoluto di questo scalare non dipende dall'ordine dei tre vettori e misura il volume del parallelepipedo costruito su di essi.



File:Parallelepiped2.svgUn prodotto misto che comprende due o più prodotti vettoriali è sempre riconducibile ad una somma di prodotti misti più semplici, ciascuno avente al più un prodotto vettoriale. Ad esempio:
  • (a × b) · (a × c) = a2(b · c) - (a · b)(a · c)

mercoledì 1 dicembre 2010

Cifre significative e approssimazioni

Il numero di cifre significative di un numero è il numero di cifre che si hanno eliminando tutti gli zeri A SINISTRA, e mantenendo tutti gli zeri A DESTRA. La posizione della  virgola non ha nessuna importanza, dipendendo solo dall’unità di misura utilizzata per scrivere la grandezza.

es. 0,00123 sono 3 cifre significative       001230 sono 4 cifre significative         1340,0 sono 5 cifre significative


Il significato del numero di cifre  significative è quello di dare una  prima informazione sul grado di precisione del numero scritto; l’informazione completa si ha poi dal valore della  σ assegnata alla misura. Se scrivo un numero con 3 cifre significative, p.e. “12,8” , il significato di avere scritto 12,8  è di indicare che l’incertezza sarà sull’ultima cifra (8) e quindi la precisione sarà di circa 1/128 quindi dell’1%. Mentre se avessimo scritto “12,80”, avremmo inteso che l’incertezza era dell’ordine di 1/1280, quindi circa lo 0,1 %. Quindi scrivere 3 oppure 3,0 oppure 3,00 vuol dire aver fatto la misura con una precisione, rispettivamente di 1/3 o 1/30 oppure 1/300, quindi del 30% , del 3% oppure dello 0,3 %. GLI ZERI A DESTRA SONO IMPORTANTI! Sono cifre come le altre.

Anche se le calcolatrici hanno svolto molto del lavoro ingrato delle elaborazioni

matematiche scientifiche, l’uso di questo genere di calcolatori ha fatto sorgere un nuovo tipo
di problema. Le calcolatrici sono generalmente adeguate a manipolare un minimo di otto
cifre nel loro display; la calcolatrice assume che tutti i numeri inseriti hanno questo numero
di cifre significative e danno le risposte con questo numero di cifre. Per esempio, se svolgi
questo semplice calcolo
2 ÷ 3 =  ?
la calcolatrice indicherà la risposta di  0.6666667. Evidentemente se 2 e 3 rappresentano
misurazioni eseguite nel laboratorio con uno strumento che possiede una precisione in grado
di dare solo il valore intero, allora un quoziente simile a 0.6666667 implica una precisione
troppo elevata. Non tutte le cifre nella risposta indicate dalla calcolatrice sono significative.


Addizione e Sottrazione:

Quando sommi e sottrai numeri che sono conosciuti con differenti livelli di precisione, il
risultato dovrà contenere solo il numero di cifre significative indicate dal numero conosciuto
con il minor numero di posizioni decimali. Consideriamo l’addizione:
 20.2354 +
 1.02 +
 337.114 =

Sebbene 20.2354 è significativo alla quarta  cifra decimale, e 337.114 alla terza cifra
decimale, il numero 1.02 è espresso solo alla  seconda cifra decimale. La somma di questi
numeri potrà essere riportata solo con due cifre decimali. Eseguire il calcolo, ma arrotondare
il risultato in modo tale da ottenere solo due cifre decimali:

 20.2354 +
 1.02 +
 337.114 =
 358.3694
Che sarà trascritto come 358.37.


Moltiplicazione e Divisione:
Quando moltiplichi o dividi numeri con precisione differente, il prodotto o il quoziente dovrà

avere solo un numero di cifre significative  pari al numero meno preciso coinvolto nel
calcolo. Per esempio, consideriamo questa moltiplicazione

  (3.2795) (4.3302) (2.1)

Entrambi 3.2795 e 4.3302 sono espressi con cinque cifre significative, mentre 2.1 è espresso
con una precisione considerevolmente inferiore (solo due cifre). Il prodotto di questa
moltiplicazione può essere espresso con solo due cifre significative

 (3.2795) (4.3302) (2.1) = 29.821871 (calcolatrice) = 30.

Anche se la calcolatrice visualizzerà un risultato di 29.821871 come prodotto, questo
risultato dovrà essere arrotondato a due cifre  significative per indicare il fatto che uno dei
numeri impiegati nel calcolo era conosciuto con un basso livello di precisione.

Approssimazione: 
può essere effettuata in due modi:




A)    per “troncamento”, se semplicemente tutte le cifre a destra di una cifra fissata
    vengono sostituite con degli 0: ad esempio
·         il troncamento del numero  alla cifra delle migliaia è 
·         il troncamento del numero  alla cifra dei decimi è 
·         il troncamento del numero  alla cifra dei decimi è ancora .

E’ evidente che il troncamento di un numero assoluto (=senza segno) porta sempre ad una approssimazione
per difetto, ossia alla sostituzione di quel numero con un altro che è minore di quello originario

B)     oppure per “arrotondamento”, che possiamo pensare come la sostituzione del numero
con un altro che gli sia (per difetto o per eccesso) il più possibile vicino. Ad esempio,


l’ arrotondamento del numero
 alla cifra delle migliaia
è il multiplo di 1000 più vicino, ossia


l’ arrotondamento di
 alla cifra dei decimi
è il numero con 1 cifra dopo la virgola
(=quella dei decimi) più vicino, ossia
     
 

l’ arrotondamento del numero
 alla cifra dei decimi
è il numero con 1 cifra dopo la virgola
(=quella dei decimi) più vicino, ossia
     
       La REGOLA che si applica per l’arrotondamento è la seguente:

        se la prima cifra da trasformare in “0” è  0, 1, 2, 3 o 4,
      allora nell’arrotondamento la cifra precedente resta invariata;

       se invece la prima cifra da trasformare in “0” è 5 (ma vedi NOTA), 6, 7, 8 o 9,
      allora nell’arrotondamento la cifra precedente viene aumentata di un’unità.

       Altri esempi: l’arrotondamento di 54321 alle decine è 54320; quello di 0,23781 ai centesimi è 0,24



NOTA: l’arrotondamento “del banchiere” (banker’s rounding, o round-to-even method)

Se la prima cifra da mutare in “0” è 5, e tale cifra è l’ultima del numero, oppure è seguita solo da “zeri”,
allora il passaggio al “valore più vicino” potrebbe essere fatto indifferentemente per difetto o per eccesso,
perché ad es. il numero 1,835 ha la stessa distanza sia da 1,83 che da 1,84;
tuttavia, nel caso in cui i numeri da sottoporre ad arrotondamento siano tanti,
come può accadere quando si sta manipolando una gran quantità di dati sperimentali,
si tende a procedere in modo un poco diverso, ossia:
se la cifra che precede il 5 è pari, la si lascia invariata, mentre se è dispari, la si aumenta di un’unità.
In questo modo, su un gran numero di dati, le approssimazioni per difetto e per eccesso così effettuate
tenderanno a “bilanciarsi” (metà circa dei dati verrà arrotondata per difetto e l’altra metà per eccesso),
e l’insieme di dati risentirà il meno possibile, globalmente, delle modifiche apportate.
Ad esempio, volendo arrotondare ai centesimi i dati
3,875       3,645       3,735     3,865   … , si scriverà  rispettivamente   3,88       3,64       3,74     3,86   …

Con il “banker’s roundingl’ultima cifra dopo l’arrotondamento sarà sempre pari! (even=pari)



ESEMPIO RIASSUNTIVO

1845,74893 diventa, se è richiesto di

·      arrotondare alle migliaia2000
·      troncare alle migliaia1000
·      arrotondare alle centinaia1800
·      arrotondare alle decine1850
·      troncare alle decine1840
·      arrotondare alle unità1846
·      arrotondare ai decimi1845,7
·      arrotondare ai centesimi1845,75
·      arrotondare ai millesimi1845,749
·      troncare ai millesimi1845,748
·      


 Arrotondamento “normale” o “del banchiere”???
 Decidiamo noi, a seconda delle nostre esigenze, quale applicare!

 0,725 arrotondato ai centesimi diventa:

 0,73 se decidiamo per un arrotondamento “normale”,
perché in questo caso la regola ci dice che
se la prima cifra da mutare in 0 è 5, allora
la cifra precedente viene aumentata di un’unità;

 0,72 se decidiamo di fare l’arrotondamento “del banchiere”,
perché in questo caso la cifra che precede il 5,
essendo pari, deve rimanere inalterata.

Abbiamo già detto che si preferisce
l’ “arrotondamento del banchiere”
di fronte ad un numero elevato di dati statistici.